mercoledì 23 marzo 2016


Venerdì 1 aprile 2016
ore 15,30

Aula magna della “Casa di Carità Arti e Mestieri”
presso “La Fabrica”, via IV Novembre 19, Avigliana

L'arte del fumetto
fra creatività e scienza

Dott. Roberto Gagnor
Sceneggiatore

La sceneggiatura è struttura, struttura, struttura”, dice il grande sceneggiatore William Goldman, quello di Butch Cassidy e del Maratoneta.

E la creatività? E l'arte? Quelle, soprattutto quelle, hanno bisogno di una struttura. E di un po' di scienza.

Scrivere una storia che diventerà un film, un fumetto o una serie TV ha a che fare, a ben vedere, con l'ingegneria, la chimica e la bassa manovalanza. Tutto questo per fare qualcosa di molto concreto, eppure vicino alla magia.

In due ore scopriremo quanta scienza c'è in una storia e quanto lavoro c'è nella fantasia.
Roberto Gagnor scrive per Topolino dal 2003. Ha firmato più di 140 storie Disney in italiano e inglese, tra cui Topolino e il Surreale Viaggio nel Destino e il ciclo della Storia dell’Arte di TopolinoHa studiato regia ai Film&TV Workshops di Rockport (USA) e alla Scuola Holden con Abbas Kiarostami, e sceneggiatura al VII Corso RAI-Script a RomaHa vinto "Talenti in Corto" nel 2011, col cortometraggio Il Numero di Sharon. Il suo primo film da sceneggiatore, Sommer Auf Dem Land (Detail Film / Black Forest Films) è uscito nel 2012 in Germania e Polonia. Tra le sue sceneggiature: Aspettando Babak (2008, con Piero De Bernardi), Mille! (2012, Tempesta Film), Paola e i tre duelli (2014, Redibis Film). Insegna fumetto Disney alla Scuola Holden e sceneggiatura cinematografica all’Accademia 09 (Milano) e all’Ist. Cinematografico Antonioni (B.Arsizio), oltre a tenere laboratori di fumetto per ragazzi. Collabora con Il Post (http://www.ilpost.it/robertogagnor/).

lunedì 21 marzo 2016


Martedì 22 marzo 2016
ore 20,45
Sala consiliare del Comune di Avigliana
p.zza Conte Rosso 7

L'ombra: i meccanismi 
della proiezione
individuale e collettiva


Prof. Alessandro Croce
Docente di Filosofia

All’interno della riflessione di C.G. Jung, tra i contributi maggiormente suscettibili di sviluppo appare per molti versi cruciale il concetto/metafora dell’Ombra, denotante l’insieme degli aspetti psichici che non pervengono alla luce della coscienza. Il mondo acquisisce per l’essere umano visibilità e significato facendo ingresso nel campo psichico invariabilmente in una coimplicazione di luce e ombra. In ciò che vediamo si manifesta ciò che non vediamo, influenzando in maniera decisiva la forma emergente sul palcoscenico della coscienza. La psicologia del profondo ci ha parlato di questo “altro soggetto” oscuro e terribilmente reale che, a livello individuale e collettivo, determina le nostre esistenze.
Il secolo passato ha attestato tragicamente la rilevanza, a livello politico, dei processi di proiezione dell’Ombra derivanti dalla rescissione dei legami con tale soggetto. La conformazione odierna del problema, conservando i tratti storicamente sperimentati, conduce quest’espunzione a conseguenze radicali. La crescente esigenza di controllo da parte di istituzioni e apparati, palese a differenti livelli e costituentesi oggi come dimensione biopolitica, è connessa alla presenza di tale nucleo critico e sembra per molti versi legarsi all’idealizzazione quantitativa che riduce il vivente a mero dato economico. Ciò che sfugge a tale riduzione viene rappresentato come fonte di rischio, attirando le proiezioni che hanno già agitato il nostro passato.
L’“incontro con l’Ombra” auspicato da Jung come unica terapia praticabile può oggi diventare metafora di un processo assai vasto e non limitato alla sfera psicologica tradizionalmente intesa. Porsi in relazione con tale alterità in noi significa infatti procedere a una revisione radicale della nostra epistemologia, introducendo una nuova forma di rapporto con l’esistente. Quest’esperienza ridisegna i confini della soggettività, reintegrandoli nel territorio dell’“inconscio-mondo” di cui è parte e articolando differenti criteri in base ai quali sperimentare e definire l’identità.