martedì 17 ottobre 2017



Mercoledì 25 ottobre 2017 
ore 20,45
Sala consiliare del Comune di Avigliana 
 Piazza Conte Rosso
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LA TRAGICA ANDATA 
E IL DIFFICILE RITORNO
Deportati e profughi tra Europa e Val di Susa 
durante e dopo la Seconda guerra mondiale


Claudio Vercelli
Docente di Storia contemporanea
 Università Cattolica di Milano
Franca Mariano
Comitato Resistenza Colle del Lys

Casa della Gioventù Ebraica ad Avigliana

La fine della Seconda guerra mondiale non segna la fine delle sofferenze per gli ebrei europei: i sopravvissuti alla Shoah diventano profughi. Nei Displaced Persons Camps essi devono inizialmente convivere anche con collaborazionisti del nazismo, ungheresi, rumeni e ucraini. Molti di loro hanno tentato di tornare in patria, ad Est, ma ne sono stati allontanati dalle distruzioni e dai pogrom. A decine di migliaia si riversano in Italia, in cerca di rifugio temporaneo. Nella penisola l’accoglienza fino al 1948 è gestita dall’ONU, con il sostegno delle organizzazioni sioniste, nei DP Camps ma anche in fattorie collettive e kibbutz. Quattro di queste strutture sorgono ad Ovest di Torino e in Val di Susa, a Grugliasco, Rivoli, Avigliana e Bussoleno. Qui, oltre 6.000 profughi ricevono formazione a mestieri artigianali e tecniche agricole, ma soprattutto ritrovano fiducia nell’umanità e nella vita. Clandestinamente, poiché la Gran Bretagna è contraria ad una massiccia immigrazione ebraica in Palestina, 23.500 profughi si imbarcano infine dai porti italiani verso la Terra Promessa.       Franca Mariano

La storia delle società di massa è storia anche di mobilità e di mobilitazioni. La mobilità deriva dallo spostamento, volontario o coatto, di un grande numero di persone dai loro luoghi di origine verso altre terre. Le mobilitazioni sono quegli eventi sociali dove una non meno rilevante quantità di individui viene indotta o costretta a svolgere una serie di attività tra di loro coordinate, per il raggiungimento di un obiettivo in genere imposto da un’autorità o da una élite dirigente perlopiù non scelta democraticamente. Il fenomeno delle deportazioni nei campi di concentramento e di sterminio nazisti storicamente si inserisce, sia pure con la sua assoluta specificità, nel percorso di ridisegno sociale, politico e demografico che il Terzo Reich e i suoi alleati fascisti avevano stabilito come obiettivo fondamentale della Seconda guerra mondiale. L’identificare alcune analogie, ma anche le molte differenze, con gli spostamenti forzati di massa che hanno attraversato il Novecento è un impegno utile per meglio comprendere il senso del secolo che abbiamo da poco lasciato alle nostre spalle. Riflettere su ciò che è stato rimane la premessa per capire quale potrà essere il futuro delle nostre società.      Claudio Vercelli

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Franca Mariano è laureata in filosofia. E’ membro dell’Esecutivo del Comitato Resistenza Colle del Lys, associazione per cui ha curato diverse ricerche. Ha curato la sezione dedicata alla Resistenza dell’ecomuseo delle Guide alpine di Balme e, in quel contesto, ha pubblicato “Resistenze tra memoria e storia. Balme e le valli di Lanzo 1938-1945” (Blu Edizioni, 2007). Ha curato il progetto“I Giusti della montagna”, pubblicando con Dario Airola e Roberto Bergamino la guida “I Giusti della montagna. 19 escursioni sui sentieri nelle valli di Lanzo” (Uja Edizioni, 2010). Infine, in occasione dei venticinque anni di vita del Comitato Resistenza Colle del Lys, ha pubblicato con Fernanda Dalmasso “Progettare la memoria” (Graffio Edizioni, 2017).

Claudio Vercelli è docente a contratto all'Università Cattolica di Milano presso il Master di I livello Fonti, storia, istituzioni e norme dei tre monoteismi: ebraismo, cristianesimo e Islam per la direzione di Paolo Branca . Ha svolto inoltre attività di ricerca di storia contemporanea presso l'Istituto di studi storici Salvemini di Torino, per il quale ha condotto il programma didattico pluriennale Usi della storia, usi della memoria . Per la Fondazione Università popolare di Torino è titolare dell'insegnamento di Storia contemporanea. Su incarico dell’Unione delle comunità ebraiche italiane è docente per i corsi di Storia del sionismo e dello Stato d’Israele in via di realizzazione per l’a.a. 2016-2017. Per il Centro Servizi Didattici della Città metropolitana di Torino, già Provincia di Torino, da quindici anni conduce in qualità di docente, programmi sulla storia contemporanea rivolti al triennio delle scuole secondarie di secondo grado. Le sue aree di competenza sono la storia europea del Novecento, quella mediorientale e i regimi totalitari.Giornalista pubblicista, è collaboratore, tra gli altri, di Pagine ebraiche, Moked, delle testate online Doppiozero e Nazione Indiana, nonché del periodico Prometeo. Ha pubblicato, tra gli altri, i volumi Tanti Olocausti. La deportazione e l'internamento nei Lager nazisti (La Giuntina, Firenze 2005); Israele e Palestina: una terra per due (Ega, Torino 2005); Israele. Storia dello Stato 1881-2008, dal sogno alla realtà (La Giuntina, Firenze 2007-2008); Breve storia delloStato d'Israele (Carocci, Roma 2009); Storia del conflitto israelo-palestinese (Laterza, Roma-Bari 2010); Triangoli viola. La persecuzione e la deportazione dei testimoni di Geova nei Lager nazisti (Carocci, Roma 2012); Il negazionismo. Storia di una menzogna (Laterza, Roma-Bari 2013). E' inoltre coautore del manuale di storia per i licei e l'università Nel segno dei tempi. Milleduemila: un mondo al plurale , per la cura di Valerio Castronovo (La Nuova Italia, Firenze 2009-2015); Il dominio del terrore. Deportazioni, migrazioni forzate e stermini nel Novecento (Salerno editrice, Roma 2016) insieme alla cocuratela, con Francesca Romana Recchia Luciani, del volume collettaneo Pop Shoah? Immaginari del genocidio ebraico (Il Nuovo Melangolo,Genova 2016). Per il 2017 pubblicherà Soldati. Una storia sociale dell'esercito italiano, dall'Unità ad oggi (Laterza, Roma-Bari 2017) e Il sionismo. Tra diaspora e Israele (Carocci, Roma 2017).







mercoledì 4 ottobre 2017



Venerdì 13 ottobre 2017 – ore 17
Auditorium Scuola “Defendente Ferrari”
Via Cavalieri di Vittorio Veneto 3

PRIMO LEVI 
AD AVIGLIANA

Ingresso fabbrica di vernici Duco

Piero Bianucci - Giornalista e divulgatore scientifico
Davide Bucci - Docente universitario Politecnico di Grenoble
Pietro Scarnera - Scrittore e autore di graphic novel

Con la testimonianza di un percorso didattico elaborato da due classi della Scuola media di Avigliana nell'anno 1987

Nel territorio del Parco di Avigliana si trovano ancora alcuni edifici fatiscenti di un’ormai dismessa fabbrica di esplosivi (il Dinamitificio Nobel), nel cui ricordo si è allestito un museo. Un'altra serie di edifici costituiva invece lo stabilimento di vernici Duco-Montecatini, dove trovò lavoro lo scrittore Primo Levi nei mesi che vanno da gennaio 1946 a giugno 1947, dopo l'esperienza traumatica del
campo di concentramento: “Cercavo affannosamente lavoro, e lo trovai nella grande fabbrica in riva al lago, ancora guasta per la guerra, assediata in quei mesi dal fango e dal ghiaccio”. In questo periodo egli poté compiere esperienze importanti per il suo percorso professionale, risolvendo fra l'altro il problema tecnico delle vernici "impolmonite", ma soprattutto ritrovò la voglia di vivere come uomo innamorato e di testimoniare attraverso la scrittura .
É infatti nella foresteria Nobel, dove era alloggiato, che prese forma la prima stesura di “Se questo è un uomo”. Nei sui scritti Levi tornò più volte sull'esperienza aviglianese raccontandola per esteso nel capitolo Cromo de “Il sistema periodico”.
A ricordare questi momenti fondamentali nella vita di colui che, anche a livello internazionale, è ormai unanimemente riconosciuto come uno degli scrittori più importanti del Novecento e non solo come testimone dei terribili accadimenti della seconda guerra mondiale, saranno i relatori:
- Piero Bianucci, che con Primo Levi ebbe un carteggio molto particolare pubblicato ne “L'uovo del futuro”
- Pietro Scarnera, che su Levi ha scritto “Una stella tranquilla”, graphic novel vincitrice del Fauve Prix Révélation, Festival d'Angoulême

- Davide Bucci, appassionato lettore di Levi, che ha stimolato l'iniziativa di Circolarmente.