Mercoledì
11 febbraio 2015 alle ore 20,30
presso
l'Auditorium
della
Scuola Media “Defendente Ferrari”
via
Cavalieri di Vittorio Veneto 3, Avigliana
"Il
radicalismo islamista
e
le trasformazioni geopolitiche
del
Medio Oriente"
incontro
con il
Prof.
Claudio Vercelli
Ricercatore
Istituto Salvemini di Torino
Pensare
il radicalismo islamista
In
uno scenario geopolitico internazionale in costante mutamento, dove
gli assi del vecchio bipolarismo sono oramai da tempo venuti meno e
la globalizzazione pone in discussione giurisdizioni un tempo
assodate, l'azione del radicalismo islamista si impone come un
fattore di profonda destabilizzazione. Non solo di confini dati, di
Stati nazionali già di per sé imperfetti - poiché
prodotto sia di una decolonizzazione incompiuta che di una mancata
costruzione di sovranità legittime e, come tali, riconosciute
dalle collettività - ma anche della stesso modo di intendere
la politica, tanto a livello nazionale così come
internazionale. Il radicalismo islamista, galassia di gruppi,
movimenti ed interessi, spesso in contrapposizione e concorrenza tra
di loro, è tuttavia presente, nelle sue numerose varianti, in
tutta la regione mediorientale, in quella mediterranea e in quella
centro-africana. In prospettiva, potrebbe presentarsi anche in altre
aree e comunque in qualsiasi luogo ove si ponga un conflitto di ruoli
e di interessi non risolto attraverso il ricorso agli strumenti della
mediazione politica. Del pari, occupa con la sua inquietante presenza
i media, rivelando una notevole capacità di definirsi come
soggetto della comunicazione pubblica. Cos'è, dunque? Qual è
la sua natura e perché si rivela oggi come forza dirompente,
destinata comunque a condizionare scenari in divenire? Non di meno,
quale rapporto intrattiene con la religione, ed in particolare quella
musulmana? Ragionare sulla presenza del radicalismo islamista, sulla
sua diffusione, sulla sua pervasività implica interrogarsi
sulla natura dei processi globali in atto, a partire dalla crisi
delle democrazie rappresentative in Occidente e dal declino delle
sovranità nazionali in Oriente. Non di meno, ci riconduce a
“radicali” quesiti sul perché, a fronte della potenza
dell'economia, intesa al pari di una religione indiscutibile, la
politica sia rimasta priva di funzione, venendo sostituita da
movimenti identitari, sovranazionali, a matrice eversiva e comunque
basati sulla seduzione della violenza e dell'azione diretta.
Bella serata. Con una partecipazione ampia e motivata. Importante la presenza del sindaco Angelo Patrizio e dell’assessore alla cultura Andrea Archinà. Ottima la relazione del prof. Claudio Vercelli che, come è suo solito, anziché affrontare in termini semplificatori e accondiscendenti il tema del radicalismo islamista ha offerto a tutti noi un quadro complesso e inquietante del fenomeno. Invece di considerarlo un cascame della storia, alla stregua di un residuo della barbarie trascorsa, ci ha mostrato il radicalismo, che piega ai propri fini il credo religioso islamico, come un progetto politico inserito a pieno titolo nel tumulto e nelle contraddizioni del tempo della globalizzazione.
RispondiEliminaA monte ci sono i fallimenti degli stati nazione creati dalla politica coloniale, l’implosione dei processi di democratizzazione, la diffusa corruzione delle classi dirigenti locali sempre più distaccate dal rapporto con le popolazioni locali, il cinismo dei grandi attori internazionali in un mondo economicamente globalizzato, ma non governato sul piano delle relazioni internazionali.
Purtroppo il nodo è complesso e di radicalismo islamista sentiremo parlare a lungo poiché viviamo in un mondo dove non esiste più un fuori in cui si possano isolare le questioni sgradite e tutto risuona all’interno delle nostre società e provoca le nostre istituzioni i nostri saperi a elaborare progetti che siano capaci di intercettare e dare risposte al risentimento interno al radicalismo islamista e non solo alimentato dalla crisi.