Giovedì 19 marzo 2015 alle ore 16
nella Biblioteca "Primo Levi" di Avigliana
"Quando il cervello invecchia"
incontro con il
Prof. Alessandro Vercelli
Direttore dell'Istituto di neuroscienze Ottolenghi
Il cervello è costituito da una rete di neuroni strutturalmente e/o funzionalmente interconnessi, circondati da cellule di glia che li nutrono, modulano la loro attività ed eliminano i detriti cellulari. Nell’età adulta la plasticità cerebrale e le capacità di adattamento del cervello all’ambiente diminuiscono progressivamente, e sopravvengono fenomeni regressivi. Ciononostante, l’invecchiamento cerebrale va considerato come una normale fase dello sviluppo del cervello.
Fin dai 55 anni, si assiste tuttavia a un lento declino delle funzioni fisiche e cognitive che porta a fragilità fisica, cognitiva e psicologica. Tale declino può essere accelerato dalle patologie concomitanti (le cosiddette comorbidità, per esempio il diabete, l’ipertensione), da fattori ambientali (il fumo, il consumo di alcool) e da fattori genetici (come è stato dimostrato per l’associazione di diversi geni con alcune malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson o la SLA). Quando però la patologia è ormai conclamata, per esempio quando si parla di MCI, mild cognitive impairment, o addirittura di demenza, la terapia è spesso inefficace. E' pertanto importante agire sul versante della prevenzione e, se possibile, sul riconoscimento precoce della patologia e dei fattori di rischio.
Per rallentare il declino e prevenire la fragilità, oltre al controllo delle comorbidità, è importante attuare un intervento sociale, cognitivo e fisico. A questo proposito parlerò di alcuni interventi semplici e non farmacologici che possono essere però molto efficaci, e di come la tecnologia moderna possa aiutare moltissimo in questo campo. E’ infatti possibile seguire l’anziano nella vita di tutti i giorni, stimolarlo a svolgere esercizio fisico e cognitivo, e alla interazione sociale, e intervenire sul suo ambiente casalingo per prevenire la fragilità.
l prof. Alessandro Vercelli nella sua conferenza ha trattato di come il cervello umano si modifica con il passar degli anni dal punto di vista delle neuroscienze. Il pubblico numeroso e interessato è stato rassicurato dalle paure che insorgono nelle persone che invecchiano.
RispondiEliminaSollecitato da Massima Bercetti il professore, che è responsabile della Fondazione Ottolenghi , i cui ricercatori sono in contatto con gli istituti più prestigiosi del mondo che si occupano di questo tema, ci ha illustrato la fisiologia del cervello che invecchia e le patologie conseguenti.
Intanto il cervello, come tutte le parti del nostro corpo, inizia ad invecchiare dopo i 50 anni ed alcuni accorgimenti come una dieta varia e non troppo abbondante, un esercizio fisico poco competitivo e sistematico, essere inseriti in un contesto stimolante, coltivare interesse per la lettura e per la conversazione , non avere malattie invalidanti quali diabete o cardiologie sono tutte componenti che possono aiutare più dei farmaci a vivere serenamente questo periodo della vita.
Nell''Istituto Ottolenghi,che si trova all'interno dell'Ospedale di Orbassano,lavorano 70 ricercatori tutti molto giovani con un'importante componente femminile, laureati in medicina, biologia ,tecnobiologia e ingegneria e sarà aperto al pubblico, per una visita guidata, il 16 maggio prossimo durante la quale si potranno seguire i vari progetti di cui si occupa.
L'alzheimer , la malattia che terrorizza le persone, non fa parte dell'invecchiamento ,ma è una vera e propria patologia del cervello .Nelle diapositive che sono state proiettate si vede come il cervello, quando è colpito regredisce e al suo interno si formano dei vuoti ,scompare la materia che lo compone e risulta rimpicciolito.
Le cause di questa patologia non sono ancora del tutto conosciute e di conseguenza le cure sono sperimentali a base di medicinali inibitori con benefici modesti. La familiarità non è determinante nell'insorgere della malattia; i radicali liberi, di cui siamo tutti a conoscenza soprattutto dalle società farmaceutiche,possono avere qualche importanza,
come le neuroinfiammazioni.
In Italia si occupa della diagnosi dell'alzheimer il Centro UVA.
L'ingegneria in questi ultimi anni sperimenta e sta inventando alcuni supporti,allo scopo di rendere la vita degli anziani più accettabile, come ad esempio una maglietta che indossata misura i battiti cardiaci oppure in Giappone un paio occhiali muniti di sensori che intercettano i movimenti improvvisi degli occhi ed altri oggetti che possano aiutare le persone a vivere più serenamente , a combattere le ansie e fare in modo che la vecchiaia non sia poi quel mostro che immaginiamo.