giovedì 8 gennaio 2015

Mercoledì 14 gennaio 2015 alle ore 15
presso la Biblioteca Primo Levi
via IV novembre 19, Avigliana

“LETTURE LEOPARDIANE”

seminario con il
prof. Sergio Rapetti
Docente di
Storia e Letteratura italiana
presso l'istituto B.Pascal di Giaveno 


In collaborazione con il Circolo dei Lettori di Avigliana vi invitiamo a partecipare ad un seminario "leopardiano". Il relatore leggerà e commenterà per noi il Canto XXIII (Canto notturno di un pastore errante dell'Asia) e il  Canto XXXIII (Il tramonto della luna). Come sempre sarà dato il più ampio spazio possibile alla discussione.

2 commenti:

  1. Due ore, e più, di coinvolgenti letture leopardiane, una bella esperienza davvero! Un grazie a Sergio per la sua straordinaria cultura letteraria e per la passione, l'affabilità, la lucidità, la capacità relazionale di mettercela a disposizione coinvolgendo così tanto tutti noi. Il mio grazie personale vale qualcosa di più perché, lo confesso, non ho mai avuto verso la poesia la stessa attenzione che ho per la prosa e la saggistica. La sua guida ad entrare nella poetica leopardiana qualche lampadina me l'ha accesa. A margine, e qui la maggiore frequentazione della saggistica torna a farsi sentire, aggiungo una breve considerazione “antropologica” sollecitata dai versi del “Canto notturno…..” in cui Leopardi raffronta la diversità della condizione “umana” del pastore rispetto a quella “animale” del gregge. Non so in quale modo Leopardi, che non fece in tempo a conoscere il pensiero evoluzionistico darwiniano, si ponesse di fronte alla “genesi”, se fosse parte del suo personale sentire una concezione creazionistica. Noi oggi sappiamo che l’homo sapiens rientra a pieno titolo nel mondo animale, che solo una particolare e singolare evoluzione lo ha portato a sviluppare una abilità mentale base del suo affermarsi sul pianeta ed al tempo stesso capace di dargli il dono, se di dono è giusto parlare, di guardare stelle, luna, mondo intorno con occhi e pensieri esclusivi. Certo il gregge non si porrà mai queste domande, ma è grazie a questo che sta nel ciclo della vita in modo naturale, accettando, ma senza consapevole accettazione, le leggi della natura (bellissimo, ancora grazie Sergio, l’accostamento Leopardi – Simone Veil a questo riguardo!). All’uomo ciò non è più possibile, l’ascesa dalla pura condizione animale gli ha dato il ruolo di dominatore della Terra, ma al prezzo dell’insopprimibile sorgere di domande e dubbi, di una soffocante limitatezza di comprensione ed accettazione del proprio destino. Leopardi ci regala straordinarie parole e riflessioni (poesia e di filosofia al tempo stesso, De Sanctis ha toppato alla grande!) su questa contraddizione insanabile, se fosse vissuto solo qualche decennio in più, se avesse quindi conosciuto il pensiero evoluzionistico (ben sapendo della sua curiosità e preparazione anche scientifica), chissà in che modo avrebbe fatto parlare al gregge quel pastore errante? Alla fine del seminario si è scherzosamente, ma neanche tanto, immaginato un dialogo Leopardi – Margherita Hack, a me piace immaginarne uno fra Leopardi ed il barbuto Charles!

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  2. Del tutto bella e gradita cosa che due componenti importanti del mondo culturale aviglianese, quali “CircolarMente” e il Circolo del Lettori, si siano unite attorno ad un tavolo per ritrovare e ripensare, attraverso le parole perspicaci e dense di Sergio Rapetti, una figura davvero imponente come quella di Leopardi. Per quanto diverse nelle modalità operative e nelle scelte di campo – più orientata alla saggistica l’una, oltre che propositiva di incontri con la cittadinanza attraverso relatori di varie discipline, più attenta all’analisi di testi letterari la seconda, affiancata a percorsi di lavoro interculturale - sono nate entrambe (almeno questa è la mia interpretazione) da quel medesimo sentimento dell’urgenza che spinge molti abitanti di questo pur così piccolo pianeta – pulviscolo nell’universo, secondo la realtà che così acutamente Leopardi vede - ad interrogarsi, per cercare di capire, attraverso lo studio, la lettura, il confronto di idee, il senso del nostro stare in questo mondo. In questo sono sicuramente complementari, tanto è vero che le intersezioni fra i due gruppi sono frequenti, come non mancano nell’una le incursioni illuminanti nella narrativa, e certo nell’altra la riflessione su temi forti della contemporaneità.
    Quanto di più congeniale dunque, in questo primo incontro pubblico comune, che ci sia stata al centro la figura di un intellettuale che assommava in sé lo spessore di molti saperi, l’acutezza della riflessione filosofica e la potenza della poesia, con la quale ci ha donato versi che ora abbiamo ritrovato, ancora più forieri di bellezza e di senso, attraverso l’introduzione di un insegnante appassionato e competente come Sergio Rapetti.

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