mercoledì 12 novembre 2014


Mercoledì 19 novembre 2014 alle ore 20,30
nella sala consiliare del
Comune di Avigliana, piazza Conte Rosso 7

“IL PAESAGGIO AVIGLIANESE
E LE SUE TRASFORMAZIONI”


 

incontro con il
Prof. Marco Nota
Docente di Composizione architettonica
presso il Politecnico di Torino


“Gli abitanti per non subire danni dagli attacchi improvvisi degli estranei invidiosi della fertilità del loro suolo, vollero proteggere la città da una cinta muraria fortificata. In cima al colle, che sorge alle spalle del borgo, costruirono la roccaforte, munita di molte e solidissime torri e difficilissima da espugnare; da essa si gode inoltre una vista incantevole non soltanto sui campi circostanti, ma sulla pianura piemontese in tutta la sua ampiezza.”  
Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis, 1682

Il paesaggio di Avigliana, caratterizzato dalla sua fortunata conformazione orografica e dalla continua stratificazione storica che ne ha delineato la forma urbis,  ha rappresentato nella storia un luogo di interesse e suggestione per artisti di ogni epoca.
Partendo dall’iconografia storica si cercherà di valutarne le peculiarità e trasformazioni, andando a comprendere quali sono gli elementi caratterizzanti e quali sono stati i condizionamenti degli eventi storico-sociologici nelle trasformazioni della città.
Descrivendo la programmazione urbanistica attraverso la lettura dei Piani Regolatori Comunali e delle immagini aeree e satellitari si metteranno in evidenza come si è trasformato il paesaggio dal secondo dopo guerra ai giorni nostri cercando di comprendere quali elementi socio-culturali ne hanno condizionato le trasformazioni.

                                             Il relatore


1 commento:

  1. La precedente conferenza del Prof. Montanari aveva offerto interessanti spunti, in particolare sull'attenzione che gli strumenti urbanistici ed architettonici dovrebbero avere per il paesaggio visto come elemento riassuntivo di natura e mano dell'uomo. La conferenza dell'Arch. Nota ha trasferito e sviluppato questi concetti nello specifico aviglianese. Una mia prima osservazione guarda proprio alla rilevanza dell'elemento locale nelle riflessioni che Circolarmente propone. La sala era gremita, ci sono stati numerosi interventi, altri ancora sono stati purtroppo impediti per l'obbligo di chiudere entro l'ora canonica. Sono una prova evidente che, quando possibile, è un aspetto fecondo quello di collegare il nostro vissuto, le nostre esperienze, il contesto in cui viviamo, ai temi "generali" in discussione. Ciò detto, la relazione dell'Arch. Nota ha sapientemente incanalato questo connubio, si percepiva in tutti i presenti una sorta di "affettuosa" attenzione alle immagini che ripercorrevano i cambiamenti del paesaggio aviglianese, era come sfogliare tutti insieme un album di famiglia nel quale l'ambiente era uno stretto parente da sempre molto amato, anche se spesso trascurato. Nel merito delle tante riflessioni che l'esposizione ha sollecitato credo che quella che per prima si è imposta sia la rinnovata consapevolezza che soltanto negli ultimi cinquant'anni la mano dell'uomo, arricchita da un improvviso benessere e da una tecnologia efficiente ma invasiva, ha radicalmente modificato il contesto paesaggistico aviglianese rimasto armonicamente simile per i molti secoli precedenti. Su questa consapevolezza occorre insistere, lavorare, contare per promuovere, così come suggerito dalla relazione in molte direzioni, una concezione del paesaggio aviglianese in grado di ricreare, senza rinnegare quanto è ormai standard acquisito, o presunto tale, una nuova armonia fra natura e mano dell'uomo. Sono uscito dalla sala consiliare con questa confermata convinzione

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