giovedì 12 marzo 2015


Giovedì 19 marzo 2015 alle ore 16 
nella Biblioteca "Primo Levi" di Avigliana

"Quando il cervello invecchia"


incontro con il
Prof. Alessandro Vercelli
Direttore dell'Istituto di neuroscienze Ottolenghi


Il cervello è costituito da una rete di neuroni strutturalmente e/o funzionalmente interconnessi, circondati da cellule di glia che li nutrono, modulano la loro attività ed eliminano i detriti cellulari. Nell’età adulta la plasticità cerebrale e le capacità di adattamento del cervello all’ambiente diminuiscono progressivamente, e sopravvengono fenomeni regressivi. Ciononostante, l’invecchiamento cerebrale va considerato come una normale fase dello sviluppo del cervello.
Fin dai 55 anni, si assiste tuttavia a un lento declino delle funzioni fisiche e cognitive che porta a  fragilità fisica, cognitiva e psicologica. Tale declino può essere accelerato dalle patologie concomitanti (le cosiddette comorbidità, per esempio il diabete, l’ipertensione), da fattori ambientali (il fumo, il consumo di alcool) e da fattori genetici (come è stato dimostrato per l’associazione di diversi geni con alcune malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson o la SLA). Quando però la patologia è ormai conclamata, per esempio quando si parla di MCI, mild cognitive impairment, o addirittura di demenza, la terapia è spesso inefficace. E' pertanto importante agire sul versante della prevenzione e, se possibile, sul riconoscimento precoce della patologia e dei fattori di rischio.
Per rallentare il declino e prevenire la fragilità, oltre al controllo delle comorbidità, è importante attuare un intervento sociale, cognitivo e fisico. A questo proposito parlerò di alcuni interventi semplici e non farmacologici che possono essere però molto efficaci, e di come la tecnologia moderna possa aiutare moltissimo in questo campo. E’ infatti possibile seguire l’anziano nella vita di tutti i giorni, stimolarlo a svolgere esercizio fisico e cognitivo, e alla interazione sociale, e intervenire sul suo ambiente casalingo per prevenire la fragilità.

1 commento:

  1. l prof. Alessandro Vercelli nella sua conferenza ha trattato di come il cervello umano si modifica con il passar degli anni dal punto di vista delle neuroscienze. Il pubblico numeroso e interessato è stato rassicurato dalle paure che insorgono nelle persone che invecchiano.
    Sollecitato da Massima Bercetti il professore, che è responsabile della Fondazione Ottolenghi , i cui ricercatori sono in contatto con gli istituti più prestigiosi del mondo che si occupano di questo tema, ci ha illustrato la fisiologia del cervello che invecchia e le patologie conseguenti.
    Intanto il cervello, come tutte le parti del nostro corpo, inizia ad invecchiare dopo i 50 anni ed alcuni accorgimenti come una dieta varia e non troppo abbondante, un esercizio fisico poco competitivo e sistematico, essere inseriti in un contesto stimolante, coltivare interesse per la lettura e per la conversazione , non avere malattie invalidanti quali diabete o cardiologie sono tutte componenti che possono aiutare più dei farmaci a vivere serenamente questo periodo della vita.
    Nell''Istituto Ottolenghi,che si trova all'interno dell'Ospedale di Orbassano,lavorano 70 ricercatori tutti molto giovani con un'importante componente femminile, laureati in medicina, biologia ,tecnobiologia e ingegneria e sarà aperto al pubblico, per una visita guidata, il 16 maggio prossimo durante la quale si potranno seguire i vari progetti di cui si occupa.
    L'alzheimer , la malattia che terrorizza le persone, non fa parte dell'invecchiamento ,ma è una vera e propria patologia del cervello .Nelle diapositive che sono state proiettate si vede come il cervello, quando è colpito regredisce e al suo interno si formano dei vuoti ,scompare la materia che lo compone e risulta rimpicciolito.
    Le cause di questa patologia non sono ancora del tutto conosciute e di conseguenza le cure sono sperimentali a base di medicinali inibitori con benefici modesti. La familiarità non è determinante nell'insorgere della malattia; i radicali liberi, di cui siamo tutti a conoscenza soprattutto dalle società farmaceutiche,possono avere qualche importanza,
    come le neuroinfiammazioni.
    In Italia si occupa della diagnosi dell'alzheimer il Centro UVA.
    L'ingegneria in questi ultimi anni sperimenta e sta inventando alcuni supporti,allo scopo di rendere la vita degli anziani più accettabile, come ad esempio una maglietta che indossata misura i battiti cardiaci oppure in Giappone un paio occhiali muniti di sensori che intercettano i movimenti improvvisi degli occhi ed altri oggetti che possano aiutare le persone a vivere più serenamente , a combattere le ansie e fare in modo che la vecchiaia non sia poi quel mostro che immaginiamo.

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